Freccia che vaghi senza bersaglio,
quale demiurgo maldestro ruppe la sacra unione Zen di arciere, freccia e bersaglio?
Freccia che vaghi senza bersaglio,
non conosci attrito e procedi verso l’Infinito che è già in te, noumeno dell’Eternità.
Freccia che vaghi senza bersaglio,
il tuo sibilo è un sonaglio muto che non mira ad annunciare un trionfo che non ci sarà, perché non ti conficcherai al centro di un cerchio tracciato su carta attaccata a legno né tantomeno trafiggerai il cuore di un essere vivente.
Freccia che vaghi senza bersaglio,
rappresenti forse l’Idea, inaccessibile, inafferrabile, eternamente volante nel Cielo senza essere attratta verso il terreno del Tempo, senza essere diretta verso l’obiettivo della Storia?
Freccia che vaghi senza bersaglio,
sei forse la rinuncia dell’uomo a conoscere la Verità durante la vita terrena, sei forse la sua domanda di Verità destinata in questa vita a non centrare quel bersaglio che è la Verità e che solo la mano di Dio potrà guidare col polso sicuro dell’arciere?
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