giovedì 18 aprile 2024

Recensione a Matteo Rubboli, "L'ultima ora. La storia dell'uomo attraverso la pena di morte", Cairo Editore

Il prof. Giuseppe Ricuperati, relatore alla mia tesi di Laurea su Walter Maturi, usava l'espressione "bel libro" per definire un saggio storiografico interessante e ben scritto.

Questa espressione si adatta alla perfezione all'opera di Matteo Rubboli, L'ultima ora. La storia dell'uomo attraverso la pena di morteCairo Editore.

Si tratta sì di un libro di alta divulgazione, in perfetta rispondenza con l'attività dell'Autore come "motore" di Vanilla Magazine (canale YouTube e rivista cartacea), ma definirlo "divulgativo" è riduttivo, perché ha tutte le caratteristiche del saggio storiografico, a cominciare dal rigore scientifico.

Per fortuna, a partire da Piero Angela e poi da suo figlio Alberto, la divulgazione è uscita da uno stato di minorità nei confronti dei saggi di ricerca e se ne riconosce l'importanza come indispensabile veicolo di diffusione della conoscenza anche fra i cosiddetti non addetti ai lavori.

Grazie a chi, come gli Angela e ora Matteo Rubboli, riesce a fondere semplicità espositiva a solida preparazione nelle materie di cui si occupa.

Il saggio L'ultima ora. La storia dell'uomo attraverso la pena di morte ripercorre l'inquietante e crudele tema della pena di morte dalla Preistoria ai giorni nostri.

L'analisi non si limita a riportare i metodi di esecuzione capitale che sono stati via via adottati nel corso dei millenni (senza comunque mai cadere nel sadico e nel grand guignol) e i casi, celebri e non, nei quali essa è stata praticata, ma espone l'atteggiamento nei confronti della pena di morte da parte delle varie società che si sono alternate lungo la Storia nelle diverse aree geografiche del nostro pianeta, nonché le reazioni contrarie ad essa che man mano sono sorte, dapprima ad opera di pensatori isolati e/o all'avanguardia (come l'illuminista Cesare Beccaria) e poi in ampi settori dell'opinione pubblica.

Anche se al giorno d'oggi, purtroppo, la pena di morte è ancora prevista in molti Stati e condivisa dalla maggioranza della popolazione di questi Paesi.

Essa  investe sì la coscienza delle società, delle comunità umane nel loro complesso, ma che riguarda ogni singolo individuo, ciascuno di noi, che mai come su questo spinoso argomento si trova a fare i conti con la dicotomia fra giustizia e vendetta, fra uso della Ragione e istintiva irrazionalità.

Il saggio di Matteo Rubboli tratta tutti questi aspetti con mirabile rigore e altrettanto utile chiarezza espositiva.


Matteo Rubboli,

L'ultima ora. La storia dell'uomo attraverso la pena di morte,

Cairo Editore 

mercoledì 20 marzo 2024

Recensione a Matteo Strukul, "L'oscura morte di Andrea Palladio", Rizzoli Editore

Per sintetizzare il valore dell'ennesima prova maiuscola di romanziere di Matteo Strukul è sufficiente riferire la mia esperienza di lettore de L'oscura morte di Andrea Palladio: ho letto questa novella in un giorno e mezzo.

E non è ripetitivo da parte mia ricorrere alle stesse frasi già adoperate per commentare le precedenti opere di Matteo Strukul: stile lineare e limpido; trama accattivante; rigoroso ricostruzione del clima storico nel quale agirono le persone "romanzate" dall'Autore; continuità del solido impianto narrativo in tutti i suoi romanzi ma ogni volta rinnovata da nuovi elementi.

Già adesso Matteo Strukul rientra nel novero dei più grandi cultori del romanzo storico, non solo in Italia (si pensi ad Alessandro Manzoni) ma anche all'estero (non si può non citare al riguardo Walter Scott e Dumas padre e figlio).

Dopo le eccellenti prove fornite col romanzo su Casanova (il quale ha poi costituito la base per il musical sull'avventuriero veneziano), i due su Canaletto e quello sulla monaca di Monza, ne L'oscura morte di Andrea Palladio Matteo Strukul torna a intingere la sua creativa penna nell'epoca del Rinascimento, con la quale si è già cimentato con la quadrilogia sui Medici, coi due volumi sulle sette dinastie e col romanzo storico su Michelangelo.

In questa sua ultima fatica letteraria vengono narrate le tragiche vicende di Andrea di Pietro della Gondola detto Palladio e dei suoi figli Leonida e Orazio, vittime di invidie, di vendette e della criminale mano assassina dell'Inquisizione, che già nella seconda metà del XVI semina terrore, violenza e morte nei Paesi rimasti sotto l'obbedienza cattolica dopo lo scisma avviato da Lutero.

La trama è avvincente, piena di suspense e arricchita da un'efficace descrizione della psicologia dei vari personaggi e da illuminanti spunti storici e artistici.

Il finale, poi, è a dir poco insolito per un thriller.

Non posso non concludere queste brevi note col commento con cui sono solito raccomandare i libri che mi sono piaciuti: L'oscura morte di Andrea Palladio è un libro da non perdere, un romanzo storico che non può mancare nella biblioteca di chi ama la Cultura.


Matteo Strukul,

L'oscura morte di Andrea Palladio,

Rizzoli Editore


giovedì 8 giugno 2023

Recensione a Giuseppe Ricuperati, "Minima Muralia. Per una storia di me stesso non solo come storico", Biblion Edizioni

Confesso di avere usato a sproposito il sostantivo "recensione" nel titolo di questo mio scritto: le recensioni vere a un libro, soprattutto a un saggio, sono tutt'altra cosa e richiedono un lavoro preparatorio molto accurato, ben diverso dalle sia pur riflessive impressioni che mi accingo a mettere per iscritto dopo la lettura del volume di Giuseppe Ricuperati, Minima Muralia. Per una storia di me stesso non solo come storico, pubblicato da Biblion Edizioni.

È sempre con entusiasmo che leggo i libri del prof. Ricuperati, che è stato mio Maestro all' Università (e non smetterò mai di indicare lui e altri studiosi che ho avuto la fortuna di conoscere come Maestro, usando la "m" maiuscola). Un entusiasmo che nasce dalla stima e dall'affetto discente e che, naturalmente, è ben diverso dal frivolo ed esagerato entusiasmo di un tifoso di calcio che esulta per un gol della sua squadra e da quello che può condurre al fanatismo, come accade a chi vive una fede, religiosa o politica che sia, in modo talmente totalizzante da smarrire il senso critico e il rispetto delle idee altrui. La lettura dei libri del prof. Ricuperati mi induce invece un entusiasmo intellettuale, che mi dà sì gioia ma anche spunti di riflessione e desiderio di approfondire ancora di più la mia conoscenza, non solo della disciplina di Clio.

A ciò si aggiunga, con l'inevitabile scorrere del tempo, che sta trascinando anche me negli anni della vecchiaia, lo stimolo al riemergere dei ricordi, soprattutto nel leggere pagine in cui Giuseppe Ricuperati rievoca un ambiente come l'Università di Torino da me frequentato nella mia gioventù.

E proprio in questo risiede la magia (laica, naturalmente) di Minima Muralia: il far rivivere attraverso la narrazione autobiografica luoghi e persone che hanno attraversato la vita dell'Autore, comprese quelle che tanto lustro hanno dato alla Cultura (anche in questo caso uso la lettera maiuscola) non solo italiana ma internazionale.

Sbaglierebbe però chi si avvicinasse alla lettura di questo libro come a un'opera di memorie rivolta al passato. No, il vissuto di Giuseppe Ricuperati viene da lui narrato con uno sguardo rivolto al presente e al futuro, in perfetta e condivisibile coerenza con l'assunto secondo cui lo studio della Storia deve servire a capire il presente e a progettare un futuro migliore.

E ciò sia quando l'Autore dedica pagine affettuose alla sua famiglia, alla moglie Isa, alla figlia Sara e ai giovani nipoti Ernesto ed Aurora, sia quando tratta dello stato attuale e delle prospettive di sviluppo della storiografia.

Sarebbe banalità e di conseguenza mancanza di rispetto da parte mia (cosa tanto più grave in quanto suo ex allievo) elencare i grandissimi contributi che il prof. Ricuperati ha dato allo studio della Storia, a cominciare dall'aver portato la conoscenza dell'esperienza civile e religiosa di Pietro Giannone (tanto per citare il titolo di un suo fondamentale saggio) a livello mondiale, facendo fare ad essa un decisivo salto di qualità, nel senso che dopo i suoi studi sul Giannone quest'ultimo non viene più visto semplicemente come un pur coraggioso esponente del giurisdizionalismo italiano ma come uno dei primi fecondi esponenti dell'Illuminismo radicale europeo. Gli storici di professione e gli eruditi ("i cultori di materia") non hanno certo bisogno di sentirselo ricordare.

Eppure come sono vive e illuminanti per i non addetti ai lavori le pagine che anche in Minima Muralia Ricuperati dedica a Giannone!

Così come istruttive e di grande interesse sono i passi con cui l'Autore affronta il ricordo dei suoi Maestri, colleghi ed allievi, e del contributo che essi hanno dato o stanno dando al progresso dello studio della Storia.

Mi si permetta, per mie ragioni autobiografiche, di citarne due: Walter Maturi, su cui ho scritto la tesi di laurea, e Massimo Firpo, il docente con cui sono entrato in maggiore confidenza e sintonia, naturalmente insieme al prof. Ricuperati.

Un altro aspetto che emerge da questo libro autobiografico del prof. Ricuperati è il suo costante impegno in campo etico-politico, che ne fa a buon diritto un alfiere di quella religione civile che purtroppo ai giorni nostri sembra essere sempre meno praticata.

Il volume è inoltre arricchito da alcune poesie dell'Autore, sia giovanili che recenti. Ma non sono affatto fuori contesto: in un libro permeato dalla sua laicità, la poesia viene considerata da lui come l'unica forma di preghiera per chi non ha una fede religiosa.

Di lettura godibile e scorrevole anche quando tratta di argomenti impegnativi, Minima Muralia è arricchito, direi "vivacizzato", dalla narrazione di molti episodi della sua vita privata da cui emerge la grande umanità dell'Autore. E io posso ben testimoniarlo, visto che ho avuto la fortuna di frequentarlo con la dovuta assiduità nei due anni in cui ho preparato la mia tesi di laurea.

Concludo con una considerazione.

Ad onta della moda qualunquista di definire "professoroni" gli intellettuali e i docenti universitari, spacciando di essi una falsa immagine di persone piene di sé e con alti redditi, la realtà dello studioso di professione che emerge dalle pagine di Giuseppe Ricuperati è ben diversa: per farsi strada nel mondo accademico e in generale in quella che, illuministicamente parlando, possiamo definire la Repubblica delle Lettere, bisogna fare una dura gavetta, con borse di studio e compensi vari di entità decisamente modesta. E anche quando uno studioso è affermato non è che diventa ricco con le sue ricerche e men che mai con i diritti d'autore, vista la ben poca disponibilità delle case editrici a riconoscere remunerazioni adeguate al valore delle opere che pubblicano.

Dovrebbero rifletterci bene quelle persone che, per ignoranza o per invidia, danno con malcelato disprezzo del "professorone" a chi dalla sua attività di studioso ricava spesso soltanto il pur grandissimo premio di far progredire la disciplina che studia con disinteressata passione.


venerdì 31 marzo 2023

Recensione a Matteo Strukul, "Il cimitero di Venezia", Newton Compton Editori

Con grande onestà intellettuale, nella "Nota dell'autore" de Il cimitero di Venezia, Matteo Strukul scrive che questa sua opera non è un romanzo storico ma un thriller storico-avventuroso.

Secondo me, comunque, il vero respiro della Storia viene ugualmente percepito attraverso l'accurata descrizione della Venezia di quel periodo, il XVIII secolo. Non si può pretendere che un romanzo abbia lo stesso rigore di un saggio storiografico ma, quando basa la sua ambientazione sulla lettura di saggi sull'argomento trattato compiuta dal suo autore, rende un grande servizio alla conoscenza della Storia in chi lo legge. E questo è certamente il caso de Il cimitero di Venezia.

Quanto all'aspetto narrativo, in questo romanzo Matteo Strukul si conferma all'altezza della fama di grande scrittore che ha meritatamente conquistato presso critica e pubblico coi suoi precedenti libri, in primis con la tetralogia sui Medici.

Trama appassionante e, come dire?, in crescendo verso i capitoli finali.

Personaggi ben costruiti e altrettanto efficacemente disegnati dal punto di vista psicologico.

Eccellente trovata, sulla scia di altri scrittori che avevano eletto a protagonisti i personaggi di Aristotele e Dante, quella di far condurre le indagini su torbidi delitti a un celebre detective "dilettante" come il pittore Canaletto.

Queste e tante altre caratteristiche fanno de Il cimitero di Venezia, un grande romanzo.

A proposito, l'ultimo capitolo di questo libro ci lascia intuire che presto leggeremo di una nuova avvincente indagine di Canaletto.

Grazie alla creativa penna di Matteo Strukul, naturalmente.


Matteo Strukul,

Il cimitero di Venezia,

Newton Compton Editori.


lunedì 30 gennaio 2023

Recensione a Juri Bossuto / Daniela Martini, "Spiriti sulla neve", Editrice Il Punto Piemonte in bancarella

      Un romanzo completo può avere diverse chiavi di lettura. A maggior ragione quando si tratta di un romanzo storico, che di chiavi di lettura ne ha almeno due: la trama e le vicende storiche in cui si colloca.

      È questo il caso di Spiriti sulla neve, scritto da Juri Bossuto e Daniela Martini e pubblicato da Il Punto Piemonte in bancarella.

       Gli Autori hanno ambientato la trama, avvincente come un thriller e molto attenta alla psicologia dei personaggi (soprattutto a quella del colonnello De Andreis), nel 1832 e hanno reso una fedele immagine politica e sociale di quello che è stata la Restaurazione, periodo storico raramente preso in esame dai dibattiti culturali ma nondimeno importante perché esso fu un tentativo, fallito, di far tornare indietro l'orologio della Storia dopo gli anni della Rivoluzione francese, e insieme il crogiuolo in cui maturarono i successivi rivolgimenti politici e sociali.

      Storicamente fondata è la scelta dei due Autori di evidenziare che durante la Restaurazione non vi furono soltanto i moti costituzionalisti, destinati al fallimento perché frutto di sia pur illuminate élites e non dei popoli, ma che furono anni in cui perdurarono la miseria e lo sfruttamento dei poveri, condizioni che avrebbero poi dato vita alle lotte operaie e contadine.

      La trama è ambientata nella fortezza di Fenestrelle, che tanta immeritata fama sinistra ha conosciuto, quando invece ricerche storiche attendibili come quelle di Juri Bossuto e di Alessandro Barbero hanno dimostrato non essere stata affatto un lager dopo l'Unità d'Italia, come invece supposto dalla cosiddetta storiografia neoborbonica.

       Spiriti sulla neve ha dunque due protagonisti principali: il colonnello De Andreis e la fortezza di Fenestrelle.

      È un romanzo avvincente, in cui note storiche e culturali fanno da sfondo ad una trama che cattura il lettore dalle prime pagine e non lo lascia più andare fino al finale ricco di colpi di scena.

      Io sono solito dividere i miei libri in due categorie: quelli che leggo con un segnalibro perché, siano essi saggi da ponderare o romanzi noiosetti, ne leggo poche pagine alla volta e magari li riprendo in mano dopo qualche giorno; e quelli che leggo senza segnalibro perché mi catturano talmente tanto che li leggo d'un fiato, al massimo in un paio di giorni, e quindi non ho bisogno di ricordarmi da dove devo proseguire la lettura.

       Sono stati per me libri senza segnalibro Il tempo breve di Annabella Riccadonna e Prima del silenzio di Giuseppe Ricuperati.

      Così come lo è Spiriti sulla neve, un volume che non può mancare nella libreria di chi è appassionato di romanzi storici.


martedì 17 gennaio 2023

Venisti tu al mondo (Canzone per il Che)


Venisti tu al mondo

un giorno di giugno;

già col chiuso pugno

volevi lottare.

 

Eri appena infante,

non ancora il Fantasma,

conoscesti tu l’asma

nel tuo respirare;

 

affrontarla fu duro,

fu di vita palestra,

fu la via maestra

del tuo futuro.

 

Crescesti rodato

ad esser pugnante

con sguardo sognante

un mondo migliore.

 

Che, ti ricordiamo

col cuore e la mente.

D’ogni resistente

modello sei tu.

 

Del mondo volevi

veder ogni cosa;

con la Poderosa

un giorno partisti

 

insieme ad Alberto;

su tratti sterrati

o impantanati

doveste sgommare.

 

Miseria vedeste

in mezzo alla gente

lungo il continente

sudamericano.

 

In un lebbrosario

portasti assistenza

e la sofferenza

volesti lenire.

 

Che, ti ricordiamo

col cuore e la mente.

Fai sempre da esempio

alla gioventù.

 

In Messico andasti

incontro al destino,

radioso mattino:

Fidel incontrasti.

 

Sul Granma partiste

incontro alla gloria,

verso la vittoria

d’un popolo intero.

 

Contro il dittatore

Batista regnante

fosti comandante

dei prodi barbudos.

 

Cuba venne infine

da voi liberata;

con la vostra armata

faceste la Storia.

 

Che, ti ricordiamo

col cuore e la mente.

Sarai sempre guida

dell’Umanità.

 

Inquieto lasciasti

Fidel e L’Avana.

In terra africana

volesti tu andare

 

per portar anche là

la Rivoluzione

e l’affermazione

del proletariato.

 

Da lì in Bolivia

il passo fu breve:

oppressione greve

regnava sovrana.

 

Fu l’ultima pugna

del tuo coraggio,

però il tuo raggio

continua a brillare.

 

Che, ti ricordiamo

col cuore e la mente.

Sei sol d’avvenire,

mai tramonterai.

 

Indelebile resta

la foto di Korda,

che ognuno ricorda:

l’immagine tua,

 

lo sguardo lontano,

lo sguardo profondo,

diffuso nel mondo

su poster, magliette.

 

A viver continui

in ogni persona

che agl’altri si dona,

per gli altri si batte.

 

Sei stella polare

contro l’oppressione;

d’emancipazione

sei tu Croce del Sud.

 

Che, ti ricordiamo

col cuore e la mente.

Querida presencia

sei sempre per noi.

 

Versi adagiati sulla musica della canzone Nella giungla di Francesco Guccini.


martedì 30 novembre 2021

Recensione a "Io sono il guardiano" (romanzo di Agrippino Musso)

Quello che rende ancora più apprezzabile un thriller o un noir è l'inserimento in esso di spunti culturali e, in senso lato, spirituali.

Questo è sicuramente il caso del romanzo Io sono il guardiano, scritto da Agrippino Musso e pubblicato da Bookabook.

Ambientato a Torino, esso è appassionante come trama e accurato come costruzione psicologica dei personaggi, che emergono in tutta la loro individualità e umanità. Personaggi ben caratterizzati nelle loro sofferenze alcuni e nei loro gretti egoismi altri, che l'Autore fa sapientemente emergere capitolo dopo capitolo, facendo così scoprire a poco a poco le sfaccettature dei vissuti individuali insieme allo svilupparsi della trama verso il disvelamento finale del colpevole.

Inoltre, come già accennato sopra, presenta ampi tratti dedicati alla spiritualità orientale, a scuola di pensiero proveniente dall'Asia che, ben più delle religioni orientali, postula l'unità e quindi l'armonia fra corpo e mente.

Io sono il guardiano è un romanzo scritto in modo avvincente che appassiona e che, cosa ancora più importante, fa riflettere il lettore sui tanti aspetti della vita e sui tanti punti di vista da cui si può comprendere e affrontare la vita stessa.