sabato 7 ottobre 2017

Augusto

Il tuo tronco fiero e robusto
purtroppo s’è alla fine arreso:
ed ora anche su di te, Augusto,
tristemente è planato, disceso

il lugubre velo di una Morte
che sembrava mille miglia lontana
da un uomo così buono e forte,
da una così limpida fontana,

nella quale hanno gai zampillato
i nobili e grandi ideali
che sovente ci hanno aiutato
a sopportare meglio tanti mali.

Sulla breccia da stoico sei rimasto
fino alla fine tu a cantare,
mentre da fiero, incolto contrasto
continuava coerente a fare

il tuo bell’aspetto esteriore,
che ribelle sempre hai mantenuto,
contro un mondo che esser migliore
avrebbe senza fatica potuto

se molti altri avesser seguito
le tue orme chiare, profonde,
se avessero almeno capito
che pure fra le agitate onde

della vita d’ognuno quotidiana
in te potevano sempre trovare
l'àncora che, vicina o lontana,
mai via la barca non fa andare

di ogni personale esistenza,
che a veri valori attaccati
si poteva restare e che senza
di essi si è come sradicati.

E mentre la nostra mesta tristezza
per fortuna non riesce a stingere
in noi il ricordo e la dolcezza
del tuo cantare e dipingere,

in questo duro e triste momento
prima che all'artista apprezzato
il pensiero va con vero sgomento
all'uomo da noi tutti ammirato,

che purtroppo adesso abbiam perso,
un uomo sensibile, generoso,
alla meschinità sempre avverso,
un uomo sincero e coraggioso.

Provo un'impacciata sensazione
ad ascoltar la tua voce buona
e limpida con grande commozione,
voce che purtroppo non più risuona

dal tuo respiro ormai cessato;
ma mi faccio forza a continuare
a sentirti dal nastro registrato,
perché è cosa giusta ricordare

sia pur in questo modo  modesto
un amico che ci ha or lasciato,
un amico che sempre fu onesto
e che non sarà mai dimenticato.

Il mio umore ora è stanco,
dalla tristezza inciso, eroso
come fosse l'argilla d’un calanco,
ma come un dono molto prezioso

di te, Augusto, sempre conserverò
un ricordo indelebile, chiaro,
e certamente non dimenticherò
l'animo tuo, che mai fu avaro.

      Alla memoria di Augusto Daolio,  guida dei Nomadi.
      Di solito una persona muore due volte, quando si spegne fisicamente e quando viene dimenticata. Augusto è stato uno dei pochi a morire una volta sola.
      Augusto continua a vivere nei nostri cuori.