venerdì 29 luglio 2016

Il dono di un'amicizia

Dalla civiltà incaica,
culla di saggezza arcaica,
è discesa una nazione
che regala un'emozione

ogni volta che la senti,
il cui nome ai quattro venti
che già soffiano lassù
risuona come Perù.

Dall'imper dei quattro quarti
son discese tante arti,
son discese tante virtù:
ora scorron nel Perù,

la cui varia migrazione
porta dentro ogni nazione
il sorriso generoso
di un popol valoroso.

Da quel ceppo, fiero, antico,
ho incontrato un amico,
la cui bontà grato io vedo
nel suo sguardo: è Alfredo.

Il suo essere per gli altri
lo distingue dagli scaltri
che, purtroppo, nel profondo
son presenti in questo mondo.

Nel suo lindo e franco viso
sempre splende il suo sorriso,
che è specchio di bontà
e di generosità.

Son felice, perché Dio,
posso bene dirlo io,
m'ha donato la primizia
d'una nuova amicizia,

d'un amico buono e grande,
che proviene dalle Ande.
Tanta strada, io prevedo,
potrò fare con Alfredo.

All'amico Luis Alfredo Rodriguez.

domenica 24 luglio 2016

L'eterno riposo. Lettura della preghiera

L'eterno riposo,
dalle sofferenze,
dalle rinunce,
dalle umiliazioni,
dall’indifferenza,
dall’egoismo,
dalla crudeltà
del mondo terreno,

dona loro,
che già hanno passato
la porta della morte,
della morte biologica,
della morte materiale,
della morte che il vuoto
incolmabile lascia
in chi li ha amati,
in chi ha da loro avuto
molto di più di quanto
ha loro dato;

donaglielo, o Signore,
Tu che puoi,
Tu che sei giusto
e misericordioso,

e splenda su di essi,
intorno ad essi,
avvolgendoli
come un aura beata,

la luce perpetua,
che mai ha fine
perché proviene da Te,
fonte di raggi
che mai si esauriranno,

splenda essa su di essi,
intorno ad essi,
come giusto premio
per una giusta vita,
per una vita di agape
e di misericordia.

Riposino in pace,
nella Tua luce,
nella Tua casa,
nel Tuo regno,
da cui mai
saranno banditi;

riposino in pace,
inondati dal Tuo sole,
che mai tramonterà,
accarezzati dai Tuoi sorrisi,
che sempre rallegreranno
i loro visi,
cullati dalle Tue nenie,
che sempre trasmetteranno loro
parole d’amore e di dolcezza.

Amen.

domenica 17 luglio 2016

Gloria al Padre. Lettura della preghiera

Gloria al Padre
per averci dato la vita,
per averci reso capaci
di amare come Egli ama noi:
gloria che riflette una potenza
che non è dominio e violenza
ma amore e misericordia.

Gloria al Figlio
per avere assunto su di Sé
la Sua santa missione
di agnello sacrificale
di salvare tutti gli uomini
e tutte le donne
dai loro peccati,
di dar loro una continua
possibilità di emendarsi
dai loro peccati
e di non cedere
alle infinite tentazioni
del Male.

Gloria allo Spirito Santo
per averci comunicato
la divina Verità,
per aver acceso in noi
la fiamma della fede
con cui riscaldare
il nostro bisogno di Dio,
per averci reso in grado
di percepire la misteriosa
esistenza di Dio,
la concreta esistenza di Dio.

Come era nei secoli dei secoli,
com’è sempre stata da quando
gli uomini e le donne
hanno dato veste di pensiero
al loro anelito a Dio,
continuino anche nel presente
a riconoscere la gloria
delle Tre Persone,
così come continueranno a farlo
nei secoli dei secoli,
fino alla fine dei tempi.

Amen.

lunedì 11 luglio 2016

Padre Nostro. Lettura della preghiera

Padre Nostro,
fonte eterna di vita,
origine di tutto,
nostre eterne radici,
nostro presente,
nostro futuro.

Sei nei cieli,
in quei cieli eterni
a noi ancora nascosti
e che costituiscono
la Tua casa,
alla quale speriamo
di poter essere ammessi
un giorno,
un giorno dalla durata
infinita.

Sia santificato il Tuo nome
da tutti gli uomini
di buona volontà
che a Te si rivolgono
col loro spirito sperante,
con le loro preghiere,
comunque con le loro opere
di carità.
Sia santificato il Tuo nome
ogni volta che un uomo o una donna
lo pronuncia con devota gratitudine,
ogni volta che vieni chiamato
come ispiratore di bene
e come faro di diritto cammino.
Sia santificato il Tuo nome
ogni volta che l’anima giusta e pia
si rivolte al Tuo mistero
inginocchiandosi con gratitudine.
Sia santificato il Tuo nome,
indipendentemente da come
i credenti vogliano chiamarTi.
Sia santificato il Tuo nome
ogni volta che chi lo pronuncia
riconosce in Te un faro d’Amore.
Sia santificato il Tuo nome
ogni volta che un uomo o una donna
compie una buona azione,
ogni volta che si priva di una parte di sé
per donarla agli altri.

Venga il Tuo regno:
regno di pace,
regno di gioia,
regno di unione dei cuori,
regno dell’altruismo,
regno del donarsi,
regno di cui l’essere sudditi
significa essere amati,
non oppressi.

Sia fatta la Tua volontà:
possa essa venire
riconosciuta e accolta
da tutti gli uomini
e da tutte le donne;
possa essa superare
le divisioni fra le persone
e far sì che venga realizzata
al di là delle divergenze
di sensibilità e di idee;
possa essa portare
concordia e bontà
a tutte le Tue creature.

Come in Cielo
il Tuo verbo è legge,
così in Terra
esso possa dirigere
i pensieri e le azioni
degli uomini e delle donne,
in un cammino secolare
che possa condurre tutti
all’eterna ospitalità nella Tua casa,
all’eterno chiarore della Tua luce,
all’eterna comunione con Te
e con tutte le persone a noi care,
che ci hanno amato
e ci hanno donato i loro sacrifici
infinitamente oltre i nostri meriti.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
il doppio pane, il doppio nutrimento
necessario al nostro doppio essere:
dacci il pane materiale per nutrire il corpo,
alloggio dell’anima nel suo soggiorno terreno,
motore dei suoi passi lungo la strada
che condurrà a Te;
dacci il cibo spirituale per alimentare l’anima,
per consentirci di darle la forza indispensabile
per non lasciarci sfuggire di mano
il filo, spesso esilissimo,
che ci tiene legati a Te
e che consente alle nostre deboli menti
di non perderTi di vista in mezzo alle tante
e insidiose isole scure del mondo.

Rimetti a noi i nostri debiti,
perdona le nostre colpe,
i nostri peccati,
le nostre azioni che male
hanno fatto ad altre Tue creature,
il nostro egoismo che non ci ha
fatto compiere tutto il bene
di cui eravamo capaci,
il nostro insensibile egoismo
che non ci ha fatto dedicare
tutto noi stessi alle persone care.
Rimettili alla condizione
che noi rimettiamo
ai nostri debitori
il male che ci hanno fatto
e che siamo capaci di perdonarli,
accogliendoli in un sincero abbraccio
come fratelli e come sorelle
e considerando le ferite
che ci hanno inferto
come prove da affrontare
per misurare la nostra
capacità di perdono.

Non abbandonarci alla tentazione.
Sostienici in quelle tentazioni
che sono un Tuo metterci alla prova,
se non siamo in grado di riconoscerle
con la vigilanza della serenità dell’anima;
fa’ in modo che queste Tue prove
non siano per noi occasione
di fare del male agli altri.
Non farci cadere nelle altre tentazioni,
quelle del mondo, quelle del Male,
quelle che non nascono
dalla Tua salvifica volontà:
siamo esseri deboli,
abbiamo bisogno della Tua protezione.

Liberaci dal male,
dal male del mondo
e, soprattutto,
dal male che è dentro di noi
e che solo rivolgendoci a Te
e traendo ispirazione da Te
riusciamo a combattere:
battaglia ardua, continua,
destinata per noi alla sconfitta
senza il Tuo provvidenziale aiuto.

mercoledì 6 luglio 2016

Ave, Maria. Lettura della preghiera

Ave, Maria.
Ti saluto, madre del Figlio;
ti saluto sperando di non essere
troppo indegno per rivolgermi a te,
nella preghiera.

Tu sei piena di grazia,
della grazia divina
che scese su di te
per renderti madre
del Salvatore.

Il Signore è con te:
ti scelse come tenerissima serra
in cui far sbocciare
la parte più bella di Sé,
la Creatura da Lui destinata
a magnanimo dono
per le donne e per gli uomini,
la Seconda Persona
che si è immolata
per lavare le tante
macchie del mondo.

Tu sei benedetta fra le donne,
perché sei il sublime esempio
di come ognuna, ognuno
possa dire un SI’ immediato,
senza se e senza ma,
senza alcuna condizione,
alla Vita,
a una vita da accogliere
senza alcuna esitazione,
a una vita per la quale
ognuna, ognuno
deve essere disposto
ad affrontare ogni rinuncia,
ogni sacrificio, ogni dolore.
Che il tuo SI’ possa essere
seguito da tutte, da tutti,
senza paura, senza indugio.
        
E altrettanto benedetto
è il frutto del tuo seno,
quella vita a cui tu
non dicesti NO,
quella Vita che tutti
ha salvato,
ad onta dell’umana
ingratitudine.

Seno: riferita a te,
questa parola cessa subito
di essere fonte
di torbido desiderio
e diventa pura, dolce, soave,
fonte di bontà e di amore,
di dono e di agape.

Gesù: messaggero d’amore
perché incarna l’Amore,
amico di chi sbaglia
perché lo vuole redimere,
insegnante di perdono,
di umiltà e di altruismo.
Iniziatore di una nuova Storia,
dotata di senso lineare
di ascensione verso il Cielo,
verso la Casa del Padre.

Santa Maria, tu sei
la più santa di tutte le creature,
la più pura di tutte le sorgenti,
la più verde di tutte le gemme,
il più profumato di tutti i fiori,
la più efficace di tutte le protezioni:
modello da seguire, da rispettare
e, soprattutto, da amare
dal più profondo del cuore.

Madre di Dio,
di un Figlio che amasti
fin dall’Annunciazione,
di un Figlio che accudisti
ed educasti accettando
il Suo glorioso e tragico destino:
a te, che vivesti lo strazio
di vederLo in agonia,
giunga il nostro umile ma sincero
e commosso: “Grazie”.

Prega per noi peccatori,
sempre pronti a peccare,
sempre pronti a fare
del male,
sempre pronti a voltare
le spalle a Dio,
sempre pronti a dimenticare
la tua infinita bontà,
la tua commovente dolcezza.

Prega adesso per noi,
fa’ che mai smarriamo
la direzione che ci conduce a Dio,
anche se è disseminata
di irte cime da scalare
con coraggio e senza disperare,
di pianure da attraversare con prudenza
perché sotto i loro morbidi suoli
si nascondono spesso spine e sassi,
di ripidi pendii da discendere
senza rotolare perché presi
dal falso entusiasmo del mondo.

Prega quando verrà
l’ora della nostra morte:
sarà di immenso conforto
essere accompagnati dalle tue preci
nel nostro ultimo tratto
di cammino terreno,
nelle nostre ultime sofferenze,
nel nostro ultimo inventario
delle colpe e dei rimorsi;
sarà dolcissimo
andare incontro all’abbraccio
e al giudizio di Dio
cullati dalle tue preghiere.

Amen.

lunedì 4 luglio 2016

Videogames alla Findatasystem

Fra i pochi bei ricordi che ho del mio periodo lavorativo alla Findatasystem, vi sono quelli legati ai videogiochi.
I primi, "preistorici" giochi erano stati quelli sviluppati all'interno del sistema operativo, il mitico ROSCOE. Trattavasi di giochi molto semplici: il classico tris, nel quale l'avversario era il computer (non potevi mai vincere, era una vittoria non perdere); e un gioco non difficile ma nemmeno tanto facile che ti dava un numero (formato casualmente dal sistema operativo) di 4 cifre da indovinare in dieci tentativi (avevi un piccolo aiuto, da cui potevi trarre utili indicazioni: dopo ogni tentativo fallito, ricevevi in risposta quante cifre avevi indovinato, anche se naturalmente non ti veniva specificato quali).
Con l'avvento del pc, le cose cambiarono.
Già coi floppy disk da 5,25 pollici si poteva usufruire di giochi un po' più appassionanti, sia pure con grafica monocromatica: alcuni giochi spaziali o di combattimenti aerei, gli immancabili scacchi, il biliardo e tanto altro.
Ricordo due dischetti, uno per le discipline olimpiche estive e l'altro per quelle invernali. Delle prime, i giochi che mi piacevano di più erano il canottaggio e il lancio del giavellotto; delle seconde, il biathlon.
Un discorso a parte merita il videogame del golf. Non tanto perché mi ci applicavo spesso, riuscendo anche ad ottenere buoni risultati, quanto perché fu all'origine di un episodio divertente. L'allora direttore generale era un appassionato golfista e una volta volle cimentarsi col gioco al computer, RIMEDIANDO UNA COLOSSALE FIGURACCIA (tanto per non usare espressioni sinonime alquanto volgari), roba da 30 colpi sopra il par, mentre io, modestia a parte, di solito chiudevo le 18 buche con 5-6 colpi sotto il par, a forza di birdy e qualche eagle: il mio record era 64 colpi, otto sotto il par. Naturalmente, l'augusto dirigente trovò la scusa che il software era stato disegnato male per le reali condizioni di gioco del golf.
Dopo qualche anno, i floppy disk da 5,25 pollici vennero sostituiti dai dischetti da 3,5. Più capienza, più giochi dalla grafica perfezionata e dalle trame accattivanti.
Uno dei primi fu Capitan Comics, ambientato nello spazio ma con un'impronta più goliardica che fantascientifica. Ricordo che acchiappò talmente un consulente esterno che ogni mattina egli entrava in ufficio, pronunciava la fatidica frase: "Oggi devo battere il record", accendeva il pc e si metteva a giocare per una buona mezz'ora.
Lo stesso cazzeggiante, pardon, lo stesso consulente si intrigò successivamente di Prince of Persia.
Fra i videogiochi, ne circolava alla Findatasystem uno un po' birbantello, Sextris. Funzionava come Tetris ma, man mano che si completava una linea, veniva visualizzata la foto di una ragassuola poco o per nulla vestita. Più aumentava il livello di difficoltà e più la ragassuola era gnocca. Campione indiscusso di questo gioco era Napo, che deteneva sette fra i dieci punteggi più alti memorizzati nello score. Da notare l'esclamazione "doppiosensista" del Napo quando compariva da sistemare il pezzo composto da quattro quadratini allineati: "Lo sfilatino!".
C'era naturalmente anche il videogame sulla Formula 1. Si poteva scegliere fra tre monoposto: McLaren, Ferrari e Williams. E c'era una decina di G.P. da correre. Io riuscivo a fare qualche G.P. decente solo nei due G.P. con meno curve: Monza e Hochenheim (naturalmente il vecchio circuito di Hochenheim, non l'attuale, vergognosamente mutilato). Da notare che Tatino (Stefano) i primi tempi che si cimentava con questo videogioco, nel correre il G.P. di Montecarlo, andava sempre a schiantarsi contro il muro che precedeva l'imbocco del tunnel; poi prese la mano e, in fatto di Formula 1, divenne il più bravo fra di noi.
Un altro dischetto conteneva invece alcuni giochi delle Olimpiadi si Seul. Mi piacevano soprattutto i tuffi dal trampolino, che consentivano di far compiere al tuffatore i vari movimenti, il tiro con l'arco, già sufficientemente raffinato per tener conto della variabile del vento, e il lancio del martello, che, se sbagliato, dava l'impressione dell'attrezzo che ti veniva addosso spaccando il vetro del video del pc. Ovviamente, dava solo l'impressione di rompere il vetro.
Il gioco in cui me la cavavo meglio era però la versione Creative Dimensions di Packman. Essa comprendeva tre livelli: quello classico del labirinto, con i ragni; quello acquatico, con gli squali (assai inviso a Tatino); quello spaziale, con i relativi mostri.
Sul fronte del sistema operativo ROSCOE, intanto, alcuni di noi svilupparono alcuni giochi, chiaramente senza alcuna possibilità di incidere su grafica e movimenti ma molto più sicuri dei videogames da dischetto, facilmente individuabili da occhi indiscreti. E fu così che nel linguaggio R.P.F. io sviluppai gli scacchi, mentre altri scrissero programmi per giocare a dama, a minella, a briscola.
Venne poi l'era di Windows. Ormai i dischetti coi giochi erano stati sostituiti dalle playstation ma ovviamente non era molto salutare portarsi la playstation sul luogo di lavoro. Di fatto, Windows offriva all'epoca sono solitari di carte, quello tradizionale e il FreeCell.
Ad essere acchiappata da FreeCell fu soprattutto Nunzia: richiamava il gioco e, se vedeva una distribuzione di carte alquanto ardua da risolvere, commentava, da esperta affascinata da una nuova sfida: "Interessante"; altri suoi commenti frequenti erano: "Vuaaaaaaa-là!" ("Voilà!"), quando riusciva a sistemare un bel blocco di carte, e il motivetto: "O nove nero, nove nero, nove ne", ispirato da La canzone del sole di Lucio Battisti, quando le compariva come carta da giocare un nove di fiori o un nove di picche.
Da notare che riuscimmo a trasformare FreeCell, nato chiaramente per essere giocato da uno solo, in competizione agonistica fra due o più persone. In che modo? Semplice: FreeCell aveva decine di migliaia di partite da giocare e potevi scegliere se lasciare al pc la decisione casuale o se selezionare tu stesso il numero di una determinata partita; or bene, ci si metteva d'accordo sulla partita da giocare, si digitava il suo numero e poi, dopo il classico "un, due, tre, via!", si digitava il tasto enter e si iniziava a giocare; il primo che riusciva a risolvere il solitario aveva vinto. Ricordo al riguardo le epiche sfide con Mitina, quasi tutte vinte da me.