Mi ricordo quell'ultima volta
che ti diedi il serale saluto:
respirasti un poco più forte,
rimanesti però sempre muto;
la morte ti bussava alle
porte,
il mattino seguente ti prese;
quella sera ancora speravo
che reggesser le tue difese,
ch'eran forti in te da
bambino.
Eri nato tu sull'Appennino.
Mi ricordo bene quella volta,
quando andammo nella nuova
scuola,
non ai bimbi ma ai lor
genitori
venne offerta una bignola:
fosti l'unico fra i padri a
pensare
a quegli occhi da bimbo
sgranati,
tu la desti a me da mangiare:
dono fra i tanti mai
dimenticati
che conservo intatto nel
cuore,
prova certa di paterno amore.
Mi ricordo bene quella volta
che tornai verso l'una a casa
dopo il tema, prima prova
scritta:
aspettavi d'andare al lavoro,
mi vedesti e attraversasti la
strada
per domandarmi com'era andata;
al mio: "Bene", tu
mi sorridesti
e poi: "Grazie", a
me tu dicesti.
Mi commossi e ancora lo
faccio:
mai avesti un cuore di
ghiaccio.
Mi ricordo bene quella volta,
con la mamma già molto malata,
passavate insieme le sere
a guardare la televisione,
vi stavate tenendo per mano;
mai la lasciasti sola in
quegli anni,
come letto usando il divano,
che alla tua schiena causò
gravi danni,
per rimanerle tu sempre
accanto
e mai cedendo a scoppiare in
pianto.
Mi ricordo quell'ultima volta
che ti vidi nel letto ancor
vivo:
"Buona notte", ti
dissi ignaro
che il Distacco incombeva
furtivo.
La mattina seguente lasciasti
questa Terra al Cielo salendo.
Tante cose a noi tutti donasti:
nel cuore le tengo, spesso
piangendo.
Eri buono e forte fin da
bambino.
Eri nato tu sull'Appennino.
Alla memoria
di mio padre.