sabato 10 maggio 2025

Serenata per un giorno qualunque

Lenta è scesa la sera su uno dei miei già tanti giorni. Come sabbia che scorre dall'imbuto del tempo, ha coperto un altro tratto del mio futuro, che ora appartiene al mantello dei giorni passati che mi trascino dietro, forse con un po' più di fatica ma certo con equilibrio maggiore.

Intorno a me continuano dolorosi declini, piccoli sassolini che scivolano lungo la scarpata dell'irrefrenabile, dell'inevitabile.

Che senso ha spargere lacrime asciutte quando prima o poi esse dovranno, umide, cadere dai miei occhi lungo gote dal dolore scolpite?

Che senso aveva gioire, godere del settimo giorno, quando è per me uguale agli altri sei, quando è un giorno qualunque, in cui lottare contro i fantasmi dell'avvenire, contro i fantasmi del distacco, contro i fantasmi della solitudine?

È calata la notte e i suoni che nella mia anima porta si assemblano sul muto spartito d'una triste serenata, in cui non c'è speranza per l'ampio aprirsi d'una baia di gioia ma solo la mite preghiera al futuro affinché rallenti, rallenti al massimo, la discesa verso la foce del pianto.

Serenata per un giorno qualunque, perché esso si moltiplichi in un reiterato domani, in tanti altri giorni qualunque.


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