sabato 24 maggio 2025

Vento, porta via

Vento, porta via le foglie secche dei miei sogni, che la realtà con le sue dita imparziali ha staccato dall'albero della speranza; portale via, se sono intere, così come le ho viste planare lentamente dal ramo proteso al futuro all'humus del passato; portale via, se si sono sbriciolate al tocco dei miei polpastrelli appena ho provato a trasformarle in fiori e in frutti.
Vento, porta via l'ombra di una gioventù in cui dolore e rabbia erano fedele compagnia, fedeli araldi delle mie illusioni, delle mie delusioni; porta via l'ombra di tanti, piccoli o grandi, quotidiani fallimenti, che, ora lo so, erano simili ai tanti da altri incontrati;  porta via l'ombra di tante, piccole o grandi, inevitabili sconfitte, che, ora lo so, erano prove che il destino seminava lungo il mio cammino non per perseguitarmi ma per rendermi più forte, più saggio, forse migliore.
Vento, porta via tutto quello che ha annebbiato i miei anni passati, diminuendo le opportunità di prendere dalla vita ciò che di buono m'offriva; porta via tutto quello che ormai non mi causa più frustrazione e su cui non recrimino più; porta via quelle foglie ormai secche, d'ogni dolore alleggerite, vuoti involucri di amarezze che ora, se schiacciati, non lascerebbero umide macchie di dolorosa linfa ma solo polverosi residui al nulla destinati.
Vento, porta via le effimere tracce di effimere spemi; spazzale via dalla mia fronte, in modo che il sole illumini i solchi su di essa prodotti dai veri dolori, dai veri vuoti, che, ora lo so, con la loro incolmabilità fanno sparire le sofferenze causate dalla presunzione e dalla vanità. È giusto e doveroso piangere per  le vere cause di dolore; è peccato e vanità piangere per le cose che non valgono niente.

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