Gorgo di pietra è l'abisso da cui assassina proviene.
Gorgo di morte è lo sguardo che nella morte seco trascina chi incauto la osserva.
Alle sue spalle cupo vortica il Caos di notte da cui emerge, il Caos del buio senza fine, dell'oscurità senza ritorno.
Sul suo capo vorticano spirali d'oblio in attesa di risucchiare le sue incaute vittime, sul suo capo cinto da serpentifera chioma, pronta a somministrare morsi velenosi, letali.
La sua serrata bocca fredda ed astuta nasconde zanne di cinghiale, pronte a carpire anime e corpi.
Le sue mani sono bronzee trappole, pronte ad afferrare anime e corpi.
Solo l'alata leggerezza di Perseo, di specchio dotato, riuscì ad avere la meglio su di lei dormiente.
L'eroe la testa le troncò, evitando il destino di pietra ad altri toccato.
Dal suo capo reciso schizzarono tosto l'equino Pegaso e Crisaore: simbolo della Vita che libera fugge dalla prigionia della Morte.
Riflessione ispiratami dalla visione del dipinto "MEDUSA" dell'Artista Patrizia Bonazelli.

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