Il meteorismo, si sa, provoca l'uscita di
aria dallo sfintere, dopo che è stata compressa a dovere dall'intestino.
Scientificamente, può essere definito "areofagia anale"; per
analogia, volgarmente parlando, può essere indicato come "rutto di
culo".
Non ho mai capito come mai questo
fenomeno fisiologico viene indicato dal sostantivo "meteorismo". gli
asteroidi sono solidi e non gassosi, e inoltre non puzzano di merda.
Lo scritto più bello sul meteorismo è di
Gino Bramieri, contenuto in Io Bramieri
ve le racconto in un orecchio. Barzellette per adulti, De Vecchi Editore.
Sono tre i passaggi salienti di quel
saggio:
1. quando sei abbracciato alla tua bella
e ti viene voglia di scoreggiare, lei "ti stringe sempre di più, la vigliacca,
ti stringe come non ha mai fatto", mentre tu fai sforzi sovrumani per non
sganciare un rumoroso e imbarazzante peto;
2. il carattere di rovesciamento, si
potrebbe quasi definire carnascialesco, del modo di considerare la scoreggia
subito dopo che hai subito un intervento chirurgico; mentre normalmente, il
peto viene accolto con riprovazione, quando sei convalescente da un'operazione
è atteso con insistenza, perché se strombetti di culo significa che l'intestino
ha ripreso a lavorare e il decorso è positivo; paradosso vuole che devi farti
operare per poter scoreggiare senza suscitare critiche di costume;
3. quando ti trovi in un ambiente chiuso,
poniamo in un ascensore e ti viene lo stimolo del meteorismo, se sei con altre
due persone, hai ancora la possibilità di farla franca, perché qualora il peto
esca silenziosamente può averlo sparato uno qualsiasi dei tre presenti; ma se
vieni a trovarti con una sola persona e tiri la scoreggia, non hai scampo,
perché questa sa benissimo di non aver petato lei e, di conseguenza, deduce che
sei stato tu.
Il fatto è che le scoregge scappano sempre
nel momento meno opportuno. Finché sei nello studio del medico di famiglia o in
un ospedale, pazienza: dopotutto, è normale che questi luoghi siano anche frequentati
da chi soffre di meteorismo incontinente. Ma in altre circostanze la cosa
risulta decisamente imbarazzante, se non addirittura controproducente.
Ve lo immaginate, ad esempio, l'effetto
che farebbe tirare una rombante scoreggia mentre il direttore generale
dell'azienda dove lavorate sta tenendo un discorso alle maestranze? Sarebbe la
stessa cosa che indirizzargli una sonora pernacchia. Con un risultato scontato:
carriera finita per voi.
Occorre dunque impiegare somma attenzione
quando, non riuscendovi più a trattenere, dovete scoreggiare.
Se siete in strada, non correte alcun
rischio di fare una figuraccia: il rumore delle automobili di passaggio coprirà
a sufficienza anche il più squillante suono che la vostra sfinterica tromba possa
produrre. L'unica accortezza che dovrete adottare è non assumere una postura
che dia nell'occhio ossia non fermarvi e tendere il sedere leggermente
all'indietro per petare in modo più rilassato.
Se siete in un locale con delle persone,
è meglio che usciate da esso con un qualunque pretesto per poter scoreggiare
nel corridoio. Attenti però che il locale in questione non abbia pareti di
cartongesso o comunque insufficientemente insonorizzate: vi sentirebbero lo
stesso.
Un genere sommamente intrigante del
meteorismo è costituito dallo scoreggiare nella vasca da bagno.
E' la scoreggia più faticosa, perché
l'aria deve smuovere una notevole quantità di acqua e ciò richiede un certo
sforzo, ma che soddisfazione quando le bollicine risalgono verso la superficie
e si ode il caratteristico suono blob, blob!
Per concludere, esaminiamo brevemente le
tipologie di scoreggia.
Quanto a sonorità, le scoregge sono di
due tipi: rumorosa e silenziosa. E' interessante notare che i nomi di queste
due scoregge sono onomatopeici: la scoreggia rumorosa viene detta
"pereta", sostantivo che rimanda al suono di una tromba
("peré-pepé-pepé!"), mentre quella silenziosa viene definita
"loffa", termine che evoca qualcosa di svolazzante e subdolo. Anche perché,
di solito, la loffa è più puzzolente della pereta: quest'ultima espelle aria
dopo adeguata compressione intestinale, mentre la prima, oltre all'aria, può
espellere anche particelle nebulizzate di feci.
Da qui l'origine del nome della loffa semiliquida,
detta appunto caloffa. Ecco le considerazioni fatte al riguardo dal prof. Luca
Gambarelli, docente di Sfinteriologia alla Liberata Università di Castelnuovo
ne' Monti e primario di Proctologia Meteoristica all'Ospedale Fateariafratelli
di Baiso nonché autore di saggi sulla caloffa che hanno acquisito fama
internazionale: "Elessi la caloffa al ruolo di 'più pericolosa', in quanto
essa è la linea di confine tra la scoreggia e la sgommata nelle mutande".
Un dubbio filosofico, direi quasi metafisico,
sorge a proposito della caloffa: è scoreggia liquida o cagata nebulizzata? Come
direbbe Alessandro Manzoni, ai posteri l'ardua sentenza.
Riferimenti
bibliografici.
Liberata
Kolkul Trombetta, Il meteorismo come
terapia di liberazione dalle inibizioni cul-turali, 1995, Roma, Edizioni Il
Soffio di Eolo.
Analij
Bukowskij, Vento possente dai visceri
ovvero la trasgressione del peto, 1997, New York, Meteorism Press.
Luca
Gambarelli, Quando il paziente ti
scoreggia in faccia in Quaderni di
meteorismo, IV, pp. 213-45, 2010, Reggio Emilia, Edizioni Scientifiche del
Cusna.
Luca
Gambarelli, L'incidenza delle caloffe
nella protezione antiparassitaria delle coltivazione della lavanda, 2014,
Villa Minozzo, Edizioni dei Calanchi Reggiani.
Maury Albertazzi, Il meteorismo come valvola di sfogo al priapismo. Testimonianze autobiografiche, 2015, Mediglia, Casanova Edizioni.
Maury Albertazzi, Il meteorismo come valvola di sfogo al priapismo. Testimonianze autobiografiche, 2015, Mediglia, Casanova Edizioni.
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