sabato 20 febbraio 2016

Quel che mi ha insegnato Umberto Eco

Di Umberto Eco, scomparso ieri all'età di 84 anni, hanno scritto e scriveranno persone molto più preparate di me. Lascio a loro il degno compito di tracciarne il profilo di grande intellettuale che si merita.
Voglio invece ricordarlo attraverso quello che la lettura delle sue opere mi fa dato.
Il mio primo incontro con Eco lo ebbi negli ultimi anni delle Medie Superiori, quando iniziai ad acquistare L'Espresso e a leggere la sua rubrica settimanale, non priva di spunti ironici.
L'Eco romanziere lo scoprii, come molti, al suo esordio con Il nome della rosa. Era la fine di luglio del 1981, avevo da pochi giorni dato l'ultimo esame della sessione estiva alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Torino, il mio secondo esame di Storia del Risorgimento, e una mattina mi ero recato a Palazzo Nuovo, la sede delle Facoltà umanistiche, per godermi l'ambiente accademico in totale rilassatezza e fare un giro delle librerie dei dintorni. E fu in una di queste che acquistai Il nome della rosa, che mi tenne compagnia durante le vacanze agostane.
Inizialmente ne apprezzai soprattutto la trama da giallo (ma forse sarebbe più corretto definirla da noir) e l'ambientazione nel Medioevo.
Essendo in contatto epistolare col mio ex insegnante di Storia e Geografia alle Medie Inferiori, il prof. Sante Demicheli, in una delle sue lettere mi spiegò che, rileggendolo, ne avrei colto tanti altri aspetti. Cosa che accadde qualche anno dopo, allorché, ripresolo in mano, ne afferrai il messaggio di rivendicazione della libertà della Cultura contro qualsiasi oscurantismo e la passione per il Sapere e per i libri in particolare.
Il secondo libro di Eco che acquistai e, naturalmente, lessi fu Come si fa una tesi di laurea. La motivazione, estremamente profana, fu che mi accingevo a chiedere il titolo della mia tesi di laurea e volevo capire bene come andava scritta. Mi fu di grande utilità, nel senso che, quando iniziai a portare al prof. Giuseppe Ricuperati i primi paragrafi della mia tesi su Walter Maturi, la precedente lettura di quel libretto evitò a me di fare gli errori che di solito fa chi è ignaro del modo in cui si scrive una tesi, e al mio Maestro evitò l'incomodo di correggerli. Quel libro di Eco non fu solo utile ma anche di godibile lettura; ebbi modo di parlarne col prof. Massimo Firpo ed egli mi confermò che era un'opera scritta molto bene.
Alla fine degli anni '80 del XX secolo, Il pendolo di Foucault rappresentò per me l'incontro echiano più importante. Come accade a volte nelle piccole e personali avventure intellettuali, la lettura del secondo romanzo di Eco fu per me un assorbire semi che avrebbero fruttificato in seguito. Nell'immediato, apprezzai sia la trama thriller, sia la polemica contro l'irrazionalismo, sia i molti passi di ironia allo stato puro: le pagine sugli APS (gli autori cioè che per correre dietro alle loro vanità editoriali fanno pubblicare i loro libri a proprie spese, rimanendo spennati come polli da editori senza scrupoli) furono, e sono, decisamente esilaranti.
Perché quella lettura mi "impollinò" letterariamente? Perché a poco a poco ho sviluppato un mio stile letterario nello scrivere romanzi, basato su un mix fra trama da giallo, ambientazione culturale e ironia: il mix che è alla base de Il pendolo di Foucault.
Certo, ho iniziato a scrivere romanzi solo una ventina d'anni dopo l'uscita de Il pendolo di Foucault ma è stato questo romanzo a indicarmi quello che ho trovato essere il genere letterario che più mi si confà, non solo per i romanzi ma gli altri miei scritti umoristici, in cui coniugo Cultura ed Ironia.
L'imprinting di tanti miei libri nel cassetto risale proprio a questo secondo romanzo di Umberto Eco.
Successivamente lessi tutte le altre opere di narrativa di Eco e molte Bustine di Minerva, traendone sempre piacere e nuove conoscenze.
Come lettore e, con tutta l'umiltà del caso, come scrittore voglio dargli l'ultimo saluto con un semplice: "Grazie, professor Eco. Lei mi ha reso migliore di quanto sarei stato se non L'avessi incontrata attraverso i Suoi libri".

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.