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domenica 29 giugno 2025

È notte / 1


È notte: dormono i fiori, dormono gli alberi, dormono i gatti randagi respinti dal mondo; il sonno non viene a placare benigno la mia solitudine.

È notte: contemplo con gli occhi appannati da lacrime trattenute i vuoti che lo scorrer del tempo mi ha regalato, il dolore per pratiche d'affetto che si riapriranno, l'amarezza per occasioni di futuro che nel silenzio sono svanite.

È notte: mi domando a che serve aspettare una nuova alba se la mia vita è ormai diretta verso un tramonto che ancora non vedo, se mi trovo di nuovo costretto a far abortire, a castrare i miei sogni e le mie speranze perché sempre mi recano l'amarezza di porte sbattute in faccia o nemmeno aperte.

È notte: tristezza non provo ma non so se sia per raggiunta saggezza o per un nuovo strato di ghiaccio che di nuovo avvolge il mio cuore stanco di troppe ferite riportate sui campi di battaglia della vita.

È notte: nessuno mi vede, nessuno mi sente, nessuno mi legge; potrei lasciarmi andare ad un lenitivo pianto liberatore, che però non viene; forse non desidero più soffrire, forse l'ultima speme s'è dissolta ripulendomi il cuore e l'anima dalle radici della pianta che fa guardare al domani con gioia ed entusiasmo.

È notte: non amo, non odio, non tremo per la paura di perdere chi m'ha voltato le spalle, non fremo più per un pensiero di dolcezza e d'amore.

È notte: in me vive soltanto la consapevolezza di non saper dove andare nei giorni che m'aspettano ancora, di dover trascinare i miei passi senza una meta precisa, cercata, voluta, sperata; sono una nave con le vele non più spiegate e al mare m'affido indifferente, senza più provare differenze tra vento e bonaccia.

È notte: non è il silenzio di queste ore all'assopimento deputate ad avermi fatto distogliere lo sguardo verso l'avvenire ma un altro silenzio, che continua a farmi male nonostante io abbia chiuso le finestre per non cercare più echi che non verranno.

È notte: ore 1.31, smetto di scrivere, come ho già smesso di sperare nelle aurore di giorni felici.


13 febbraio 2019.

mercoledì 28 maggio 2025

Quando il mio ultimo giorno verrà

Quando il mio ultimo giorno verrà, vorrei poter morire guardando il tramonto ed esalare l'ultimo respiro un attimo prima che il sole cali oltre la linea dell'orizzonte.

Quando il mio ultimo giorno verrà, vorrei poter salutare i miei cari con un semplice: "Arrivederci", un attimo prima che il sole sparisca alla vista lasciando col suo ultimo raggio la speranza della rinascita.

Quando il mio ultimo giorno verrà, vorrei poter guardare alla mia vita terrena improntando il mio viso ad un sorriso, un attimo prima che una dolce e serena sensazione di sonno mi faccia chiudere gli occhi con la promessa del risveglio fra le braccia di Dio.

martedì 1 aprile 2025

Tempo, raccontami

Tempo, raccontami ciò che le sofferenze da me provate impedisce di far uscire limpido dalla mia bocca, riducendo la mia voce a brandelli inudibili, a rantoli soffocati da un dolore quasi sempre smorzato dalla quotidianità ma sempre vivo, sempre acceso.

Declina per me il canto multiplo delle mie amarezze e dei miei fallimenti.

Regalami scampoli di luce, di libertà, di condivisione con altri, di speranza, di gioia, che la vita mi ha negato facendomi scontrare contro le sue scogliere.

Tempo, raccontami e regalami queste cose, prima che nella tua circolarità lineare tu fugga da me: per non tornare più o per ripresentarti in un altro tempo, in un’altra vita, in un altro mondo, in un'altra forma.