giovedì 8 settembre 2016

Che fine facesti, o ninfa?

      Che fine facesti, o ninfa, colpevole solo d'esserti abbandonata al più puro dei sentimenti, nel qual spirito e corpo si fondono in armonia perfetta?
      Sette anni d'amore, spartito col naufrago Odisseo, furon per te futura fonte di gioia sorgente dai ricordi o di perenne strazio, ben più artigliante d'una storia durata pochi giorni o mesi?
      Piangesti in eterno il mortale da te amato, tendendo l'orecchio all'ingresso dell'Averno per percepirne la cavernosa voce?
      Chiedesti a Zeus il privilegio di diventar mortale per buttarti da una rupe nel mare di Ogigia?
      Incontrasti nuovi amori, che consegnarono quello con Odisseo all'indice dei capitoli chiusi della vita, da rivedere con la lettura ma da non aggiornare con nuove glosse?
      Questo, Calipso, il cieco cantor non ci disse: a noi, mortali di millenni dopo, la libertà di assegnarti il destino da noi preferito, forse anche desiderato.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.