Da qualche decennio nei film di avventura si è delineato un sottogenere che può essere definito archeologico o, per meglio dire pseudoarcheologico.
Intendiamoci: non ho alcunché in contrario a film come quelli che vedono come protagonisti Indiana Jones o Lara Croft e a serie come Relic Hunter o Jack Hunter. Anzi, a me piacciono.
Tuttavia, rischiano di fornire un pessimo servizio all'archeologia in particolare e alla ricerca scientifica in generale.
L'archeologia, infatti, è materia complessa, metodica, certosina, non certamente da eroi che assomigliano più ad agenti segreti superallenati che a studiosi che, prima ancora che negli scavi, si cimentano con testi e che, se fanno delle scoperte, le catalogano con assoluto rigore scientifico e mettono i loro studi a disposizione dei colleghi per una indispensabile verifica sperimentale. Senza tener conto del fatto, poi, che al giorno d'oggi le campagne di scavo vengono studiate a tavolino e la scelta dei siti non avviene più in modo empirico, cioè con intuizioni che possono anche rivelarsi esatte, come avveniva ai tempi di Heinrich Schliemann.
Così come è errata l'immagine che film e telefilm danno dell'archeologo "tuttologo", che si muove da esperto tanto nei siti egizi quanto in quelli maya, tanto nei siti greci quanto in quelli inca. Un archeologo, di solito, è specializzato in un solo ramo ed è già tanto che di quel ramo conosca quasi tutto, dai reperti rinvenuti nel corso dei secoli, alle epigrafi e ai testi antichi, alla sempre più vasta bibliografia, agli strumenti di ricerca e di analisi scientifica che la moderna tecnologia mette sempre di più a disposizione. Certo, per sua cultura e piacere personale, un egittologo potrà anche avere un'eccellente conoscenza delle civiltà precolombiane, così come un etruscologo potrà averla della civiltà della Magna Grecia, ma entrambi non saranno specialisti delle discipline che seguono a tempo perso.
Una realtà, quella dell'archeologo studioso, molto diversa dall'ambientazione avventurosa in cui cinema e televisione spesso lo collocano.
Una realtà, quella dell'archeologo studioso, molto diversa dall'ambientazione avventurosa in cui cinema e televisione spesso lo collocano.
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