mercoledì 26 marzo 2025

Lasciatemi cullare

Lasciatemi cullare, lasciatemi dondolare, lasciate che il mio pensare mi renda mare che con l’alta marea inonda il presente, erodendo della sabbia di un altro giorno la spiaggia della vita che ho ancora davanti, e che con la bassa marea mi faccia rinchiudere nelle profondità dei miei ricordi.

Lasciate che i minuti di quiete che precedono il sonno rimangano lo spazio inviolato della mia libertà, il prato soffice e morbido su cui i miei piedi nudi nel posarvisi non ne violentino l’erba ma si appoggino su di essa, traendone equilibrio e freschezza.

Lasciatemi cullare, lasciatemi dondolare fra la dolcezza di un ricordo e la rinfrancante speranza del domani,  fra la tenerezza di una frase sentita o detta durante il giorno che ha appena finito il suo compito e la tristezza per tante cose, per tante persone che lentamente declinano.

Lasciate che la grata gioia dei momenti vissuti sia lo specchio in cui io possa far riflettere per un po’ fantasie e progetti: fantasie che forse rimarranno come spunti per scritti; progetti che forse non si realizzeranno.

Lasciatemi cullare, lasciatemi dondolare, lasciatemi respirare all’unisono con l’Universo, lasciate che il mio cuore batta in sintonia col pulsare della vita in ogni altro essere vivente.

La notte mi aspetta, col sonno o con la veglia, con sogni o con incubi, con pensieri che confortano o che inducono preoccupazione. Il sonno prima o poi arriverà e mi preparerà un nuovo domani da affrontare.

Ma, almeno per un po’, lasciate che io guardi dentro di me, lasciatemi cullare.


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