Grazie ai consigli dell'amico Vittorio Sarti, ho letto il romanzo Le pantere di Algeri di Emilio Salgari in un'edizione integrale.
L'avevo già letto una cinquantina di anni fa in un'edizione per ragazzi che mi avevano prestato ma chiaramente a quell'età la mia attenzione si era soffermata solo sull'aspetto avventuroso del romanzo.
Ovviamente, adesso continuo a scorgervi il ritmo incalzante della trama, ricca di colpi di scena, così ad apprezzare l'ironica caratterizzazione del personaggio di Testa di Ferro.
Ma Le pantere di Algeri ai miei occhi ormai di adulto se non di anziano non sono più un libro con cui divertirsi e fantasticare o, per meglio dire, non sono più solo quello: sono un grande romanzo, frutto della fertile quanto incompresa e sfruttata penna di Salgari.
A cominciare dall'italiano in cui è scritto, che, pur con qualche differenza di termini e di uso della punteggiatura, è uguale a quello attuale, il che ne rende agevole la lettura.
Per non parlare della dettagliata ricostruzione "scenografica" e della meticolosa citazione degli eventi storici che fanno da sfondo al romanzo.
Se è vero che nel rileggere i libri dell'adolescenza c'è sempre un sovente inconfessato desiderio di ritornare per un attimo indietro nel tempo, a un'età che per molti è stata bella e spensierata, è indubbio che il confrontarsi da adulti con un libro già letto consente di scoprirne tutto il valore letterario.
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