domenica 22 dicembre 2024

Buon Natale e Felice Anno Nuovo

Quando mandano gli auguri di Buon Natale e Buon Anno ad amici e conoscenti, gli Americani hanno l'abitudine di allegare una letterina in cui li si informa di quello che hanno fatto le rispettive famiglie durante l'anno che sta per finire.

Lo riporta non senza ironia in un suo libro Francesco Guccini, quando narra del periodo in cui visse oltreoceano con l'allora sua fidanzata americana.

Lo posso confermare anch'io, visto che, prima di cominciare a scriverci via e-mail, ogni anno ricevevo, con la cartolina d'auguri, la letterina in cui il mio amico George Deyman mi rendeva edotto di quello che aveva fatto nell'anno la sua famiglia.

Se si facesse così anche da noi, la maggior parte delle persone nel leggere questi resoconti commenterebbe: "E a me che me ne frega?".

Se invece questa abitudine l'avessimo io e il mi amiho pistoiese Stefano Baldi, le nostre letterine di fine anno si ridurrebbero a una sola frase: "Le fie un me l'hanno data manco per la mi fava".

Come direbbe Guccini: "Non è la stessa cosa! Gli Americani ci fregano con la lingua, non è la stessa cosa".

Poiché a Natale sono tutti più buoni tranne me, voglio infierire su di voi raccontandovi le cose che ho fatto o che mi sono capitate in questo 2024 su cui sta per calare il sipario.

Innanzitutto questo è il secondo anno che passo con Neve e la conoscenza e il rapporto affettivo con lei sono cresciuti sempre di più, ogni giorno che passava. La mia cagnolina è protettiva con me e le sue marachelle colorano di allegria le mie giornate.

A febbraio mi hanno fatto la bonifica della bocca in anestesia generale all'Ospedale Mauriziano ovvero mi hanno tolto sei denti e sistemati altri. Anche in queste righe voglio ringraziare di cuore il dottor Francesco Della Ferrera detto Francy.

Ad aprile ho rivisto dopo 45 anni la mia ex compagna di classe Anna Paola con suo marito Lucio. Anna Paola è una delle persone più solari che io abbia conosciuto.

Ho letto molti libri, il che non è certo un male. Ho fatto la conoscenza della scrittrice svedese Camilla Laeckberg, di cui ho letto qualche romanzo. Purtroppo è stata solo una conoscenza letteraria e non fisica; dico purtroppo perché, oltre a scrivere bene, è anche una gran bella donna, per cui sarebbe stato anche stimolante conoscerla biblicamente.

Ho continuato a scribacchiare, il che può non essere un bene per gli amici a cui faccio leggere le mie opere.

Ho continuato, naturalmente invano, a chiedere al buon Paolo Stefano Riccadonna di venire a prendere il regalo che gli avevo preso due anni e mezzo fa e che non è ancora passato a ritirare.

A settembre ho ricevuto la graditissima visita di George e Kathy Deyman, che sono venuti a trovarmi dal Maine, dove Guccini diceva che ci sono amore ed ecologia.

Abbiamo passato insieme una splendida domenica, un vero bagno di luce.

George per me è come fratello maggiore, visto che mia madre prima di sposarsi fu per qualche anno la sua bambinaia.

L'unica nota triste di quest'anno è stata la scomparsa di due persone a me care, la signora Giovanna Pessana Merlo e il signor Silvio Contino, che hanno attraversato tanti anni della mia vita.

E' anche mancato il signor Gianfranco Balbo Mossetto, che è stato il mio primo capo, quando cioè entrai alla Findatasystem. Con lui ho condiviso anni di lavoro e momenti divertenti. 

Voglio ricordarli anche qui.

In ogni caso, come cantano Guccini e Ligabue, ho ancora la forza di far la conta degli amici andati e dire loro: "Ci vediam più tardi".

Ma bando alla tristezza e auguri a tutti voi di Buon Natale e Felice Anno Nuovo.

 

P.S. Non ho scritto la letterina a Babbo Natale ma se vi capita di vederlo, ditegli di portarmi Malena la Pugliese: adesso che si è ritirata dal porno, potrebbe farmi compagnia.

 


giovedì 18 aprile 2024

Recensione a Matteo Rubboli, "L'ultima ora. La storia dell'uomo attraverso la pena di morte", Cairo Editore

Il prof. Giuseppe Ricuperati, relatore alla mia tesi di Laurea su Walter Maturi, usava l'espressione "bel libro" per definire un saggio storiografico interessante e ben scritto.

Questa espressione si adatta alla perfezione all'opera di Matteo Rubboli, L'ultima ora. La storia dell'uomo attraverso la pena di morteCairo Editore.

Si tratta sì di un libro di alta divulgazione, in perfetta rispondenza con l'attività dell'Autore come "motore" di Vanilla Magazine (canale YouTube e rivista cartacea), ma definirlo "divulgativo" è riduttivo, perché ha tutte le caratteristiche del saggio storiografico, a cominciare dal rigore scientifico.

Per fortuna, a partire da Piero Angela e poi da suo figlio Alberto, la divulgazione è uscita da uno stato di minorità nei confronti dei saggi di ricerca e se ne riconosce l'importanza come indispensabile veicolo di diffusione della conoscenza anche fra i cosiddetti non addetti ai lavori.

Grazie a chi, come gli Angela e ora Matteo Rubboli, riesce a fondere semplicità espositiva a solida preparazione nelle materie di cui si occupa.

Il saggio L'ultima ora. La storia dell'uomo attraverso la pena di morte ripercorre l'inquietante e crudele tema della pena di morte dalla Preistoria ai giorni nostri.

L'analisi non si limita a riportare i metodi di esecuzione capitale che sono stati via via adottati nel corso dei millenni (senza comunque mai cadere nel sadico e nel grand guignol) e i casi, celebri e non, nei quali essa è stata praticata, ma espone l'atteggiamento nei confronti della pena di morte da parte delle varie società che si sono alternate lungo la Storia nelle diverse aree geografiche del nostro pianeta, nonché le reazioni contrarie ad essa che man mano sono sorte, dapprima ad opera di pensatori isolati e/o all'avanguardia (come l'illuminista Cesare Beccaria) e poi in ampi settori dell'opinione pubblica.

Anche se al giorno d'oggi, purtroppo, la pena di morte è ancora prevista in molti Stati e condivisa dalla maggioranza della popolazione di questi Paesi.

Essa  investe sì la coscienza delle società, delle comunità umane nel loro complesso, ma che riguarda ogni singolo individuo, ciascuno di noi, che mai come su questo spinoso argomento si trova a fare i conti con la dicotomia fra giustizia e vendetta, fra uso della Ragione e istintiva irrazionalità.

Il saggio di Matteo Rubboli tratta tutti questi aspetti con mirabile rigore e altrettanto utile chiarezza espositiva.


Matteo Rubboli,

L'ultima ora. La storia dell'uomo attraverso la pena di morte,

Cairo Editore 

mercoledì 20 marzo 2024

Recensione a Matteo Strukul, "L'oscura morte di Andrea Palladio", Rizzoli Editore

Per sintetizzare il valore dell'ennesima prova maiuscola di romanziere di Matteo Strukul è sufficiente riferire la mia esperienza di lettore de L'oscura morte di Andrea Palladio: ho letto questa novella in un giorno e mezzo.

Non è ripetitivo da parte mia ricorrere alle stesse frasi già adoperate per commentare le precedenti opere di Matteo Strukul: stile lineare e limpido; trama accattivante; rigoroso ricostruzione del clima storico nel quale agirono le persone "romanzate" dall'Autore; continuità del solido impianto narrativo in tutti i suoi romanzi ma ogni volta rinnovata da nuovi elementi.

Già adesso Matteo Strukul rientra nel novero dei più grandi cultori del romanzo storico, non solo in Italia (si pensi ad Alessandro Manzoni) ma anche all'estero (non si può non citare al riguardo Walter Scott e Dumas padre e figlio).

Dopo le eccellenti prove fornite col romanzo su Casanova (il quale ha poi costituito la base per il musical sull'avventuriero veneziano), i due su Canaletto e quello sulla monaca di Monza, ne L'oscura morte di Andrea Palladio Matteo Strukul torna a intingere la sua creativa penna nell'epoca del Rinascimento, con la quale si è già cimentato con la quadrilogia sui Medici, coi due volumi sulle sette dinastie e col romanzo storico su Michelangelo.

In questa sua ultima fatica letteraria vengono narrate le tragiche vicende di Andrea di Pietro della Gondola detto Palladio e dei suoi figli Leonida e Orazio, vittime di invidie, di vendette e della criminale mano assassina dell'Inquisizione, che già nella seconda metà del XVI semina terrore, violenza e morte nei Paesi rimasti sotto l'obbedienza cattolica dopo lo scisma avviato da Lutero.

La trama è avvincente, piena di suspense e arricchita da un'efficace descrizione della psicologia dei vari personaggi e da illuminanti spunti storici e artistici.

Il finale, poi, è a dir poco insolito per un thriller.

Non posso non concludere queste brevi note col commento con cui sono solito raccomandare i libri che mi sono piaciuti: L'oscura morte di Andrea Palladio è un libro da non perdere, un romanzo storico che non può mancare nella biblioteca di chi ama la Cultura.


Matteo Strukul,

L'oscura morte di Andrea Palladio,

Rizzoli Editore