lunedì 30 gennaio 2023

Recensione a Juri Bossuto / Daniela Martini, "Spiriti sulla neve", Editrice Il Punto Piemonte in bancarella

      Un romanzo completo può avere diverse chiavi di lettura. A maggior ragione quando si tratta di un romanzo storico, che di chiavi di lettura ne ha almeno due: la trama e le vicende storiche in cui si colloca.

      È questo il caso di Spiriti sulla neve, scritto da Juri Bossuto e Daniela Martini e pubblicato da Il Punto Piemonte in bancarella.

       Gli Autori hanno ambientato la trama, avvincente come un thriller e molto attenta alla psicologia dei personaggi (soprattutto a quella del colonnello De Andreis), nel 1832 e hanno reso una fedele immagine politica e sociale di quello che è stata la Restaurazione, periodo storico raramente preso in esame dai dibattiti culturali ma nondimeno importante perché esso fu un tentativo, fallito, di far tornare indietro l'orologio della Storia dopo gli anni della Rivoluzione francese, e insieme il crogiuolo in cui maturarono i successivi rivolgimenti politici e sociali.

      Storicamente fondata è la scelta dei due Autori di evidenziare che durante la Restaurazione non vi furono soltanto i moti costituzionalisti, destinati al fallimento perché frutto di sia pur illuminate élites e non dei popoli, ma che furono anni in cui perdurarono la miseria e lo sfruttamento dei poveri, condizioni che avrebbero poi dato vita alle lotte operaie e contadine.

      La trama è ambientata nella fortezza di Fenestrelle, che tanta immeritata fama sinistra ha conosciuto, quando invece ricerche storiche attendibili come quelle di Juri Bossuto e di Alessandro Barbero hanno dimostrato non essere stata affatto un lager dopo l'Unità d'Italia, come invece supposto dalla cosiddetta storiografia neoborbonica.

       Spiriti sulla neve ha dunque due protagonisti principali: il colonnello De Andreis e la fortezza di Fenestrelle.

      È un romanzo avvincente, in cui note storiche e culturali fanno da sfondo ad una trama che cattura il lettore dalle prime pagine e non lo lascia più andare fino al finale ricco di colpi di scena.

      Io sono solito dividere i miei libri in due categorie: quelli che leggo con un segnalibro perché, siano essi saggi da ponderare o romanzi noiosetti, ne leggo poche pagine alla volta e magari li riprendo in mano dopo qualche giorno; e quelli che leggo senza segnalibro perché mi catturano talmente tanto che li leggo d'un fiato, al massimo in un paio di giorni, e quindi non ho bisogno di ricordarmi da dove devo proseguire la lettura.

       Sono stati per me libri senza segnalibro Il tempo breve di Annabella Riccadonna e Prima del silenzio di Giuseppe Ricuperati.

      Così come lo è Spiriti sulla neve, un volume che non può mancare nella libreria di chi è appassionato di romanzi storici.


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