Ieri sera ho guardato un'altra
volta il mediometraggio "La boulangere de Monceau" ("La fornaia
di Monceau" ) di Eric Rohmer.
Vista l'ambientazione del film (il
primo di Rohmer che guardai, nell'ormai lontano 1985), mi sono tornati in mente
i due anni nei quali, potendo studiare a tempo pieno all'Università, ho goduto
del clima rilassante delle vacanze estive, ad esami sostenuti. Dopo, avendo
iniziato a lavorare e continuando a studiare studiando nel tempo libero, le
vacanze estive divennero, oltre che più brevi, anche molto meno distensive.
Diciamo che fino al 2005 ho
fatto un lavoro che detestavo e le ferie diventavano un'occasione di rivincita,
col logico risultato di avere su di esse delle aspettative
"risarcitorie" che non si realizzavano mai. A cui si aggiungeva il
fatto che, dopo qualche giorno, la mia mente iniziava a guastarmi le vacanze
facendomi pensato allo sgradito giorno del rientro al lavoro.
Nei due anni del mio cursus
studiorum universitario a tempo pieno, invece, ad esami finiti il relax era
totale: smettevo temporaneamente un'attività che amavo, non a caso negli ultimi
giorni di luglio, quelli che precedevano la vacanza annuale a Villa Minozzo,
tornavo alla sede della Facoltà di Lettere, a respirare l'aria della Cultura
anche solo passeggiando nel corridoio ormai vuoto dell'Istituto di Storia
(quello che allora chiamavo "il mio ambiente naturale"), e a fare il
giro delle librerie dei dintorni; e, quanto alla ripresa degli studi a
settembre, essa non era da me vissuta come la fine di un periodo di libertà
provvisoria (come invece mi accadde dopo alla Findatasystem) ma come il ritorno
ai miei amati studi, che affrontavo con passione ed entusiasmo.
Ecco, una
sensazione di relax e di benessere come quella di quelle due vacanze
universitarie da studente a tempo pieno non l'ho più provata.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.