Prigione
dell’acqua bloccata nel suo fluire dal freddo.Gabbia
di sentimenti bloccati nel loro manifestarsi dal gelo del mondo esterno.
Spietato
egoismo che impedisce all’individuo di far correre nel mondo il rivolo benefico
di quella generosità che ognuno di noi può far nascere dentro di sé e può
coltivare trasformandone i semi in fiori destinati alla vista di tutti e in
frutti destinati agli altri.
Contatto
ustionante che delude chi si attendeva freschezza e invece ottiene bruciore,
chi si aspettava un “sì” e invece riceve un “no”.
Strato
duro, freddo, simbolo di arroganza e di superbia.
Superficie subdola, su cui possono scivolare anche le nostre meschinità.
Infida
lastra su cui con pericolosa ebbrezza corrono veloci le nostre illusioni,
destinate a inabissarsi in un lago profondo.
Crosta
cristallina, metafora fisica dell’apparente eternità di cose destinate a
sciogliersi per il calore dello scorrere del tempo.
Apparente nitidezza di tutte quelle promesse che sono basate
sull’inganno e che proprio per questo hanno bisogno di brillare alla luce del
sole.
Massa
che si scioglie, liberando l’acqua fino ad allora tenuta prigioniera, liquido trasparente che
si mescola alla polvere e alla terra e diventa fanghiglia, come le ideologie
che promettono una società perfetta si trasformano in melma.
Marmo acqueo che non dura, lastra gelata su cui non possono essere
impressi caratteri, parole, idee destinati a diventare libri, strada su cui
passi malfermi giammai porteranno lontano.