lunedì 4 settembre 2017

Lettera a Manuela

Amica mia carissima,
      mi immagino, sai, io e te in un film di Rohmer, in Racconto d'inverno.
      Immagino noi come Charles e Dora, due amici che, quando si incontrano, si dicono tutto uno dell'altra.
      Ci può essere legame più forte di questo? Nemmeno alla persona amata si confida tutto, per non urtare la sua sensibilità con amori passati, per non rischiare di oscurare un rapporto con cose che lei non gradisce, in certi casi anche per proteggerla. Fra amici, invece, ci si può confidare tutto, certi di ricevere sostegno e comprensione.
      Così siamo noi, Manuela. Così saremo noi.
      Sempre ci racconteremo delle primavere che rallegreranno i nostri cuori, degli inverni che ci faranno conoscere il gelo nei nostri cuori, delle nostre speranze e delle nostre delusioni, dei nostri progetti e delle nostre rese.
      Sempre ci sosterremo a vicenda, in un rapporto personale che ha e avrà come muri maestri la confidenza, la fiducia, la sincerità.
      Non sarà come l'Amore, l'amore di coppia, quello che abbiamo cercato per anni ciascuno inseguendo le sue chimere. Sarà amore fraterno, più solido; sarà duraturo perché non offuscato dalla paura di perderci.
      Sarà alcova ma non di amplessi. Sarà alcova di sfoghi, di condivisione di gioie, di lacrime e di risa.
      Non sarà il caldo sole d'estate, con le sue vane promesse d'eternità, ma il tiepido sole di primavera, portatore di brezza e di sorrisi, o il tenue sole d'autunno, dispensatore di saggezza un po' malinconica.
      Sarà amore fraterno, amore intriso di affetto e non di passione, robusta fiamma che dura nel tempo e non si spegne per uno spiffero inaspettato.
      Stammi vicino, Manuela. Stammi vicino in queste settimane in cui sembro sereno e forte e in cui il mio cuore è tornato a battere col ritmo più armonico, così come stammi vicino nelle settimane future, in cui potrò forse tornare ad essere l'essere debole e friabile dalla corazza di ferro.
      Io cercherò di fare altrettanto con te.
      I nostri destini saranno meno duri. Le nostre solitudini saranno meno sole e, se anche dovessero svanire per almeno uno di noi, il nostro legame rimarrà solido, come un albero di vite attorno a cui sarà cresciuta una rosa rampicante.
      Ti voglio bene, ti voglio fraternamente bene, splendida creatura.
            Gian Contardo.

A Manuela, con infinita amicizia.

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