Ruvido rumore, quello dello stilo
d’inchiostro intriso che sembra ruvidamente graffiare l’altrettanto ruvida
pagina del quaderno dei bozzetti del pittore.
A poco a poco con tocchi sicuri prende
forma la figura della modella che, scontrosa, se ne sta fuori
dall’inquadratura, nuda come sulla carta è ancora l’abbozzo, l’embrione di
quello che poi diventerà dipinto sulla tela.
Sembra finito, il primordiale prender consistenza
della bozza del quadro ma all’improvviso, come per cancellare un deludente
risultato finale, il pittore lo sommerge dai colpi d’un pennello da acquarello.
Sembra la fine d’un pittorico tentativo,
insoddisfacente approssimarsi alla verità dell’opera finita sommerso
dall’acqua, che tutto confonde, che tutto assorbe.
Ma non era umile o presuntuosa volontà
distruttrice del pittore: il tempo dell’asciugarsi della carte ed ecco
riapparire, consolidato, il bozzetto, pronto ad essere trasferito su tela dalla
mano creatrice dell’artista.
Scritto ispiratomi dalla visione di una
scena del film “La bella scontrosa” di Jacques Rivette.
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