Confesso
di avere usato a sproposito il sostantivo "recensione" nel titolo di
questo mio scritto: le recensioni vere a un libro, soprattutto a un saggio,
sono tutt'altra cosa e richiedono un lavoro preparatorio molto accurato, ben
diverso dalle sia pur riflessive impressioni che mi accingo a mettere per
iscritto dopo la lettura del volume di Giuseppe Ricuperati, Minima
Muralia. Per una storia di me stesso non solo come storico, pubblicato da
Biblion Edizioni.
È sempre con
entusiasmo che leggo i libri del prof. Ricuperati, che è stato mio Maestro all'
Università (e non smetterò mai di indicare lui e altri studiosi che ho avuto la
fortuna di conoscere come Maestro, usando la "m" maiuscola). Un
entusiasmo che nasce dalla stima e dall'affetto discente e che, naturalmente, è
ben diverso dal frivolo ed esagerato entusiasmo di un tifoso di calcio che
esulta per un gol della sua squadra e da quello che può condurre al fanatismo,
come accade a chi vive una fede, religiosa o politica che sia, in modo talmente
totalizzante da smarrire il senso critico e il rispetto delle idee altrui. La
lettura dei libri del prof. Ricuperati mi induce invece un entusiasmo
intellettuale, che mi dà sì gioia ma anche spunti di riflessione e desiderio di
approfondire ancora di più la mia conoscenza, non solo della disciplina di
Clio.
A ciò si
aggiunga, con l'inevitabile scorrere del tempo, che sta trascinando anche me
negli anni della vecchiaia, lo stimolo al riemergere dei ricordi, soprattutto nel
leggere pagine in cui Giuseppe Ricuperati rievoca un ambiente come l'Università
di Torino da me frequentato nella mia gioventù.
E proprio in
questo risiede la magia (laica, naturalmente) di Minima Muralia: il far rivivere attraverso la
narrazione autobiografica luoghi e persone che hanno attraversato la vita
dell'Autore, comprese quelle che tanto lustro hanno dato alla Cultura (anche in
questo caso uso la lettera maiuscola) non solo italiana ma internazionale.
Sbaglierebbe
però chi si avvicinasse alla lettura di questo libro come a un'opera di memorie
rivolta al passato. No, il vissuto di Giuseppe Ricuperati viene da lui narrato
con uno sguardo rivolto al presente e al futuro, in perfetta e condivisibile
coerenza con l'assunto secondo cui lo studio della Storia deve servire a capire
il presente e a progettare un futuro migliore.
E ciò sia
quando l'Autore dedica pagine affettuose alla sua famiglia, alla moglie Isa,
alla figlia Sara e ai giovani nipoti Ernesto ed Aurora, sia quando tratta dello
stato attuale e delle prospettive di sviluppo della storiografia.
Sarebbe
banalità e di conseguenza mancanza di rispetto da parte mia (cosa tanto più
grave in quanto suo ex allievo) elencare i grandissimi contributi che il prof.
Ricuperati ha dato allo studio della Storia, a cominciare dall'aver portato la
conoscenza dell'esperienza civile e religiosa di Pietro Giannone (tanto per
citare il titolo di un suo fondamentale saggio) a livello mondiale, facendo
fare ad essa un decisivo salto di qualità, nel senso che dopo i suoi studi sul
Giannone quest'ultimo non viene più visto semplicemente come un pur coraggioso
esponente del giurisdizionalismo italiano ma come uno dei primi fecondi
esponenti dell'Illuminismo radicale europeo. Gli storici di professione e gli
eruditi ("i cultori di materia") non hanno certo bisogno di
sentirselo ricordare.
Eppure come
sono vive e illuminanti per i non addetti ai lavori le pagine che anche in Minima Muralia Ricuperati dedica a Giannone!
Così come istruttive e di grande interesse
sono i passi con cui l'Autore affronta il ricordo dei suoi Maestri, colleghi ed
allievi, e del contributo che essi hanno dato o stanno dando al progresso dello
studio della Storia.
Mi si permetta, per mie ragioni
autobiografiche, di citarne due: Walter Maturi, su cui ho scritto la tesi di
laurea, e Massimo Firpo, il docente con cui sono entrato in maggiore confidenza
e sintonia, naturalmente insieme al prof. Ricuperati.
Un altro aspetto che emerge da questo
libro autobiografico del prof. Ricuperati è il suo costante impegno in campo
etico-politico, che ne fa a buon diritto un alfiere di quella religione civile
che purtroppo ai giorni nostri sembra essere sempre meno praticata.
Il volume è inoltre arricchito da alcune
poesie dell'Autore, sia giovanili che recenti. Ma non sono affatto fuori
contesto: in un libro permeato dalla sua laicità, la poesia viene considerata
da lui come l'unica forma di preghiera per chi non ha una fede religiosa.
Di lettura godibile e scorrevole anche
quando tratta di argomenti impegnativi, Minima Muralia è
arricchito, direi "vivacizzato", dalla narrazione di molti episodi
della sua vita privata da cui emerge la grande umanità dell'Autore. E io posso
ben testimoniarlo, visto che ho avuto la fortuna di frequentarlo con la dovuta
assiduità nei due anni in cui ho preparato la mia tesi di laurea.
Concludo con una considerazione.
Ad onta della moda qualunquista di
definire "professoroni" gli intellettuali e i docenti universitari,
spacciando di essi una falsa immagine di persone piene di sé e con alti redditi,
la realtà dello studioso di professione che emerge dalle pagine di Giuseppe
Ricuperati è ben diversa: per farsi strada nel mondo accademico e in generale
in quella che, illuministicamente parlando, possiamo definire la Repubblica
delle Lettere, bisogna fare una dura gavetta, con borse di studio e compensi
vari di entità decisamente modesta. E anche quando uno studioso è affermato non
è che diventa ricco con le sue ricerche e men che mai con i diritti d'autore,
vista la ben poca disponibilità delle case editrici a riconoscere remunerazioni
adeguate al valore delle opere che pubblicano.
Dovrebbero rifletterci bene quelle persone che, per ignoranza o per invidia, danno con malcelato disprezzo del "professorone" a chi dalla sua attività di studioso ricava spesso soltanto il pur grandissimo premio di far progredire la disciplina che studia con disinteressata passione.
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