lunedì 5 marzo 2018

Sulla Croce


"Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno" (Lc 2.3,34).

Gesù perdona e chiede al Padre di fare quello che il Padre ha fatto dall'inizio dei tempi, sta facendo e farà fino alla fine dei tempi: perdonare.
Assoluto atto d'amore, perdonare chi sta uccidendo il Figlio.
Non odio ma amore, non legna secca sul fuoco che emette schioppettii di vendetta ma balsamo che prima o poi aprirà gli occhi a chi fa del male e anche a chi incita al male.
Padre, perdona non solo a chi non sa quello che fa ma anche a chi fa del male consapevole di fare il male: con la Tua misericordia tutti possono avere coscienza degli orrori commessi e aprire i loro cuori al Tuo abbraccio, al riscatto dell'Agape.
Nel giardino del Padre non cresce la gramigna dell'odio ma solo il roseto dell'Amore.

"Oggi con me sarai nel paradiso" (Lc 2.3,43).

Beato chi, in mezzo al dolore, riesce a trovare la luce di Dio!
Beato chi, vicino alla morte, attende la sua fine con gli occhi rivolti al Padre e ne riconosce il Figlio, condividendo con Lui la gioia di adempiere la volontà divina.
Beato chi, straziato dalla sofferenza, rivolge al mondo e a Dio parole d'amore e non di rancore e di rabbia.
La strada verso il Cielo non è lastricata di lisce piastrelle d'odio ma di sassolini d'amore, su cui i nostri piedi ci trasmettono la non facile virtù del perdono.
Nel giardino del mondo un fiore velenoso si prende facilmente in mano e si attacca al palmo, la rosa dell'amore riserva al palmo le sue spine ma, attraverso le ferite, ci libera dalle tentazioni di fare del male e ci dà la rotta per il Paradiso.

"Donna, ecco tuo figlio!" (Gv 19,26).

Il Figlio ci affida tutti a Maria, a Sua madre, perché tutti siamo figli di Dio, anche quelli che hanno voltato le spalle al Padre.
Maria è straziata nel vedere morire Gesù ma non smette né mai smetterà di amare tutti gli altri figli di Dio, li seguirà, li proteggerà, piangerà nel vederli soffrire e, se qualcuno di essi abbandonerà lei e il Padre o cadrà nel peccato, continuerà a pregare per lui e lascerà sempre la porta aperta al suo ritorno.
Siamo tutti affidati a Maria da Gesù, che nel lasciare temporaneamente questa Terra in attesa della Parusia ha voluto che non rimanessimo soli e indifesi.

"Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" (Mt 27,46).

Il Padre ha mandato il Figlio sulla Terra facendolo uomo, con tutte le sofferenze umane, con tutte le debolezze umane non peccaminose.
Non fu cedere alla tentazione sentirSi abbandonato nel momento di massima sofferenza, non fu pentirSi della Sua missione di Salvezza, non fu dubitare delle intenzioni del Padre: in quell'attimo di disperazione sulla Croce, Gesù non dubita, Gesù chiede solo una conferma.
Siamo umani, come Gesù, Verbo Incarnato, anche se siamo molto più vulnerabili di Lui.

"Ho sete" (Gv 19,28).

Gesù sulla Croce ha sete, non solo di acqua ma anche di amore, mentre la gente davanti a Lui inneggia al Suo supplizio.
Ha sete di qualcuno che provi pietà per Lui, che senta dentro sé le Sue sofferenze, che pianga per Lui.
Nessuno fra il popolo, nessuno fra il gregge che Egli è venuto a salvare, Gli dà acqua, nessuno gli mostra amore.
Ma Egli, nel Suo sacrificio di sangue e d'arsura, è acqua d'Amore che già entra nell'anima di chi è reso assetato e cieco dall'odio, offrendogli la liberazione del pentimento e la gioia dell'abbraccio di Dio in una nuova vita di conversione.

"Tutto è compiuto!" (Gv 19,30).

La missione di Salvezza di Gesù è compiuta, spargendo nel mondo semi di Riconciliazione con Dio, d'Amore di Dio, di una Nuova Alleanza con Dio, semi che daranno frutti nei secoli dei secoli.
La strada verso il Padre è stata tracciata, per sempre. La Rivelazione è stata fatta e non muterà nei secoli dei secoli. In attesa della Parusia, del ritorno del Figlio.
Tutto è compiuto, tutto è stato fatto per la redenzione dell'Umanità.

"Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito" (Lc 2.3-46).

Terminata la Sua missione, affrontato il Suo sacrificio per salvare l'Umanità presente e futura, il Figlio fa ritorno dal Padre.
Insieme ameranno le persone che si succederanno sulla Terra, insieme chiameranno i pastori che guideranno il  gregge verso il Regno celeste lungo strade disseminate di pericoli e di tentazioni, insieme soffriranno se qualcuno Li rinnegherà e continueranno a farSi sentire da lui, insieme sosterranno chi non smarrirà la Retta Via, insieme continueranno a parlare al cuore di ciascun individuo.
Ora il Figlio riprende il Suo posto in Cielo, alla destra del Padre.

Pensieri ispiratimi dalla lettera quaresimale e pasquale del 2018 dell'Arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.